Al centro del Consiglio di sabato
mattina la privatizzazione della farmacia comunale, le difficoltà degli enti locali provocate dalla politica del rigore e la mozione leghista sul PGT.
Parto dalla farmacia.
CESSIONE FARMACIA COMUNALE
Ho cercato più volte di spiegare,
attraverso i miei interventi in Consiglio comunale e attraverso
questo blog, l'incredibile distanza esistente tra quanto dice l'art.
5 della nostra Costituzione e l'attuale realtà degli enti locali.
Ho cercato più volte di spiegare, come
la propaganda del federalismo e dell'autonomia non sia stata
nient'altro che una favola, come lo Stato in Italia non sia mai stato
così centralista.
Ebbene, questa situazione ha portato
moltissime amministrazioni in tutta Italia ad assumere decisioni
obbligate e ciò è accaduto anche sabato mattina a Cassano.
La maggioranza, Italia dei Valori compresa, ha espresso voto
favorevole per la vendita della farmacia comunale.
Il Comune di Cassano d'Adda deve far
fronte a 14 milioni di residui passivi (per intenderci: pagamenti da
effettuare) e al meccanismo perverso del Patto di Stabilità.
Ho già precisato in altri occasioni
che in molti casi i soldi sono già stanziati, il problema è che non
possono essere spesi se non vengono generati nuovi flussi di cassa, cioè se non vengono fatte figurare delle entrate di
un determinato ammontare.
Ammontare che grazie poi a certe scelte
pessime della scorsa amministrazione è piuttosto rilevante.
Da qui la scelta di vendere la farmacia
e quindi poter pagare, ad esempio, il mutuo per l'ampliamento della Casa di
Riposo e consentire il proseguo dei lavori.
Penso che dal tono di questi pochi
passaggi del ragionamento abbiate avvertito che il voto favorevole
non è certo stato dato in modo entusiastico, ma fare diversamente
avrebbe significato rallentare fortemente l'economia locale o
alienare gli appartamenti comunali, togliendo un tetto a chi ne ha
bisogno.
Rispetto a ciò considero privi di
senso gli attacchi frontali dell'opposizione.
I rimproveri di non voler vendere il
patrimonio immobiliare, non solo non tengono in considerazione che il
ricavato delle case verrebbe comunque reinvestito nel residenziale, per obbligo di legge (e qui torniamo al tema della mancanza totale di
autonomia), ma sono del tutto scollegati dalla realtà delle cose, dalle effettive esigenze della popolazione.
Tornando al rammarico che stavo
cercando di esprimere, con la privatizzazione della farmacia si è
persa l'occasione di dimostrare, ancora una volta, come la forma
pubblica nella gestione dei servizi possa essere altrettanto
efficiente della forma privata. Dico questo perchè le farmacie
comunali possono avere un'importante funzione nel mercato della
distribuzione dei farmaci: vanno a spezzare il monopolio dei privati,
possono offrire servizi aggiuntivi e farmaci da banco a un prezzo
favorevole, possono consentire opportunità occupazionali e
naturalmente una buona gestione può anche creare benefici per il
bilancio da reinvestire in altri servizi.
È per questa idea che nel
mio intervento ho preso le distanze da una parte delle motivazioni
della delibera che parlavano di un “esaurimento della funzione
sociale” delle farmacie comunali.
Ma questa è appunto soltanto l'idea.
Il pregio della Giunta Maviglia è quello di aver messo il pensiero
con i piedi per terra, di parlare con verità, prendere decisioni
anche “impopolari” e continuare con coerenza sulla linea del
mantenimento di tutti i servizi, anche rinunciando a dare ad essi l'impostazione più aderente alla propria idea.
A mio giudizio essere consapevoli del terreno su cui oggi si svolge l'amministrazione della cosa pubblica e agire di conseguenza è molto più politico che non farlo.
A questo punto una considerazione
politica diventa inevitabile: l'austerità deve finire.
Non è più accettabile il
taglio indiscriminato della spesa pubblica e la conseguente
trasformazione degli enti locali in riscossori di tasse (vedi
reintroduzione dell'Imu), in esecutori di scelte che devono essere
prese all'interno di una determinata misura dettata dall'alto o
peggio in esecutori di decisioni imposte.
Credo che sia possibile aprire una
nuova fase politica, in cui abbiano un senso sacrifici e decisioni
forzate, in cui le scelte vengano prese per realizzare delle idee e
non per riparare a guai passati.
Per una volta penso che lo scenario
politico sia anche abbastanza chiaro: ci sono quelli che voglio
l'agenda Monti e quelli che l'agenda Monti la vogliono modificare o
ribaltarla del tutto.
Mi permetto di dare un suggerimento, questa la strada da percorrere: “sempre
dritto, dritto...........................................
...........................................................................a sinistra!!!!”
Posto questo video per rinfrescare la memoria e perchè credo che il vento del cambiamento debba continuare a soffiare.
MOZIONE LEGHISTA SUL PGT
Siamo all'ennesima iniziativa
strumentale della Lega, stavolta direi anche offensiva, perchè fa
allusioni che andrebbero fatte quantomeno sulla base di qualche fatto.
Ma
niente, come al solito demagogia e tentativo di creare confusione.
Tentativo di infangare, trascinare in una melma che non ti
appartiene.
Con la mozione pubblicata di seguito i
leghisti hanno chiesto alla giunta di non far rientrare nel Pgt le
aree sottoposte alle indagini della magistratura sulla Tangentopoli
cassanese.
Nel mio intervento ho ricordato che la
politica ha il dovere di risolvere i problemi, nel momento in cui usa
la magistratura, o peggio, il suo operato viene posto sotto
indagine, significa che non ha svolto il suo ruolo, ha fatto altro e vuole fare altro.
La politica deve risolvere i problemi e assumersi la responsabilità delle scelte assunte.
Ecco, in questo
senso, coloro che hanno fatto parte della maggioranza Sala, quando
inizieranno ad assumersi la responsabilità politica invece di
cercare di scaricarla?
Queste iniziative sono la dimostrazione
che non si è ancora capito come un certo modello di cultura politica
abbia procurato un danno molto pesante al sistema paese.
Penso che gli Italiani lo abbiano
capito, sarebbe il caso che iniziassero anche i suoi rappresentanti
più accaniti.