L'Italia dei Valori è
pronta al rilancio.
A giugno, precisamente
nelle giornate del 28, 29 e 30, si terrà il Congresso Nazionale.
Due i cambiamenti certi:
un simbolo rinnovato, che non porterà più il nome di Antonio Di
Pietro, e un nuovo segretario, scelto democraticamente dalla base.
Credo che per rialzarsi
veramente non bastino iniziative di facciata. L'Italia dei Valori è
una forza politica che ha lottato veramente per cambiare una politica
chiusa e corrotta.
Non si possono però
negare limiti, incoerenze ed errori.
Perchè un partito possa
definirsi realmente uno strumento di democrazia, servono
condivisione, organizzazione e una dialettica che si muova sempre dal
basso verso l'alto.
Dalla base agli organi
dirigenti, dalla società alle istituzioni.
Ho
deciso per questo di sostenere la mozione congressuale “Le
ali del gabbiano” di Niccolò Rinaldi, eurodeputato per Idv e
vicepresidente dell'Alde (gruppo parlamentare europeo dell'Alleanza
dei Democratici e dei Liberali per l'Europa).
Il
documento contiene l'idea di un partito che si struttura, ma in modo
diverso da quelli tradizionali. Si punta a
un partito “leggero” e legato al mondo delle conoscenze. Viene
proposto un emendamento alla statuto per introdurre una consulta
della cultura “composta
da personalità esterne o iscritte, che rinnovi il rapporto
attualmente contorto tra politica e mondo della cultura e che aiuti
il partito nell'analisi dei processi sociali e culturali e
nell'elaborazione di politiche adeguate".
Emergono un'idea di
Paese e le proposte concrete per realizzarla, in pieno spirito Italia
dei Valori, per far tornare l'Italia ad essere protagonista in Europa
e nella modernità.
Anziché
proseguire nel commento, pubblico alcuni passaggi cruciali della
mozione, che bene rendono la ricchezza e la complessità della
prospettiva che si vuole aprire.
Prima
aggiungo però un mio auspicio.
Mi
auguro che coloro che sostengono questa mozione lavorino anche per
costruire una sinistra unita, entrando in quella discussione che
vuole ricostruire un'agenda in cui tutti possano riconoscersi. Il
soggetto unico della sinistra è un progetto in cui bisogna credere.
Dico
questo perchè non riesco proprio ad immaginarmi l'ennesimo partitino
che si parla addosso isolandosi nella marginalità.
Passaggi
chiave della mozione:
CHI
VOGLIAMO RAPPRESENTARE
“Quell'Italia che non ha
rete, che a fine mese non sa se prenderà lo stipendio o se riuscirà
a pagare gli stipendi; l'Italia di chi non ha santi in paradiso e non
sa come costruire il proprio futuro ed aiutare i propri figli in
cerca di lavoro; l'Italia dei precari e degli esodati, delle
pensioni minime, l'Italia di chi non si rassegna, di chi vuole
migliorare, di chi appartiene ancora e faticosamente alla classe
media, ma vede un'intera vita di lavoro vanificata da un'ingiustizia
fiscale crescente. L'Italia di chi diffida delle piazze
demagogiche e di chi si sente umiliato al cospetto della schiera di
auto blu davanti ai palazzi del potere. L'Italia delle donne che
stentano a trovare piena voce in un Paese che ancora non ha
pienamente recepito, politicamente e culturalmente, l'emancipazione
femminile come la vera e duratura rivoluzione del XX secolo. L'Italia
del rispetto della diversità di orientamento sessuale, sbeffeggiata
nel diniego di diritti fondamentali; e l'Italia di chi lotta ogni
giorno per la sua casa, per la sua famiglia, per il suo lavoro, per
la sua dignità di disabile, abbandonato dalle Istituzioni
che tagliano formazione e servizi sociali, ma non i costi della
casta.”
L'EUROPA
ORIZZONTE IRRINUNCIABILE
“... la consapevolezza
che il destino del Paese è intrecciato con quello del resto
d'Europa, perché l'Europa non è "altra", è anche nostra
se sappiamo esserci con autorevolezza
e idee. Un'Europa da sottrarre ai
poteri forti ma anche alla velleità delle sovranità nazionali, e da
restituire, come nella volontà dei padri fondatori, ai cittadini e
ai valori della solidarietà e della visione di una vera Federazione
di popoli, attraverso l'elezione diretta del Presidente della
Commissione, la federalizzazione del debito che compensi l'obbligo
del pareggio di bilancio, la creazione di una vera politica estera e
di difesa comune che sappia affermare i valori fondanti della nostra
convivenza e della pace in un mondo dominato altrimenti da blocchi
continentali e logiche
diverse."
LOTTA
AI DIFETTI NOSTRANI
“... occorre saper
distinguere tra quanto dobbiamo chiedere all'Europa e quello che
invece spetta interamente a noi, a quei compiti per casa su cui
abbiamo troppo a lungo indugiato. Al cospetto del colossale
debito pubblico contratto da un Paese che ha preferito a lungo far
vivere una parte del suo sistema al di sopra delle proprie
possibilità, l'Italia deve inquadrare con attenzione le emergenze su
cui impegnarsi.
L'emergenza della
lotta contro la corruzione, il cui costo è stimato dalla Corte dei
Conti in almeno 60 miliardi annui, lotta che deve riprendere le
proposte che IdV ha fatto inascoltata a suo tempo.
L'emergenza della
lotta alla criminalità organizzata, che continua a prosperare
grazie a complicità inammissibili in uno stato di diritto.
L'emergenza
dell’efficienza della Pubblica Amministrazione.
L'emergenza della
lotta contro l'evasione fiscale, stimata a oltre 150 miliardi
l'anno, da affrontare tanto con misure di emergenza che prevedano
anche la confisca delle grandi ricchezze, dei grandi beni
immobiliari sottratti al fisco e una lotta senza quartiere contro i
paradisi fiscali, quanto con un nuovo patto fiscale con il cittadino
e l'impresa, basato su equità e semplicità amministrativa. Un
patto che premi i comportamenti virtuosi - chi investe, chi non
inquina, chi assume,... - e sia più severo con consumi e
comportamenti che rappresentano un costo per la società. Un patto
che può funzionare però solo se le risorse chieste ai cittadini
non vengano gestite male o peggio.
L'emergenza della
lotta contro i privilegi della politica e del suo vasto apparato,
che hanno da tempo raggiunto livelli che danno la misura
dell'ingiustizia sociale e dello sperpero di risorse pubbliche.
L'emergenza del
mancato o del cattivo uso dei fondi europei, vera sottrazione alla
società
di miliardi di euro ma anche di buone pratiche e politiche
innovative.
L'emergenza
delle spese che costitusicono dei lussi oggi inaccettabili se non
addirittura inutili: dai due
milioni al giorno per la missione in Afghanistan, ad alcune commesse
militari, dai cantieri per infrastrutture superflue a una spesa
corrente del tutto improduttiva in alcuni settori.
L'emergenza per
un'informazione libera da interessi di vari potentati e quindi una
regolamentazione sul conflitto di interessi. Chi è proprietario di
testate di informazioni non può essere anche a capo di industrie
e/o banche e va stabilito un tetto al numero di
concentrazione di proprietà dei media.
Mettendo mano a questo
uso dissennato di denaro pubblico e a queste costose piaghe sociali,
i margini di recupero del Paese possono diventare notevoli.
E noi
vogliamo vedere in Italia la trasparenza della destinazione dei
risparmi effettuati, vincolare tagli specifici
a investimenti specifici."
DIFESA
DELLO STATO SOCIALE
“Nel frattempo, da
subito, occorre salvare - letteralmente "salvare" -
l'Italia creando almeno quattro aree protette dai tagli e anzi da
valorizzare con investimenti adeguati.
I. Rilanciare una filiera
della conoscenza - scuola, università, scienza, ricerca, tecnologia,
formazione professionale per ogni età, arte e cultura - volano
indispensabile tanto per garantire la coesione sociale del Paese
quanto per tenerlo al passo con i tempi e offrire all'intellighènzia
italiana un diritto di cittadinanza nel suoPaese.
II. Predisporre un porto
franco di servizi sociali essenziali e inalienabili - sistema
pensionistico, cure sanitarie, assistenza dedicata ai diversamente
abili, edilizia sociale, diritto allo studio, ecc. - che coincidono
con la dignità che lo Stato deve
rispettare in ogni
cittadino e con i valori di solidarietà della nostra Repubblica.
III. Investire nella
protezione dell'ambiente e nella salvaguardia del paesaggio e del
territorio, al fine di mettere in sicurezza e valorizzare il
patrimonio naturale del Paese, ed evitare costi ben maggiori negli
interventi a posteriori e nei mancati introiti dovuti alla
depauperizzazione del territorio, compreso quello urbano.
Paesaggio e cultura sono
due patrimoni su cui possiamo creare enormi occasioni di sviluppo
economico, e tanta occupazione.
IV. Dinanzi all'attuale
inadeguatezza del sistema bancario rispetto alle esigenze vitali di
gran parte della nostra società, mettere in atto delle forme di
microcredito diffuse sul territorio, di sostegno finanziario alla
micro e alla piccola impresa, di prestiti sull'onore per lavoratori,
studenti e famiglie, in modo da stimolare l'iniziativa
e lottare contro la diffusione delle nuove povertà.”
LA
POLITICA COME DIALOGO E SOSTEGNO RECIPROCO
“Questo e altro serve
alla povera Italia. Non sappiamo chi saranno i nostri compagni di
strada, ma le ombre del pessimismo e del fatalismo, la cultura della
lamentela, non ci appartengono.
Certo, per contrastare il
declino, non si può essere soli.
Spesso indispensabili per
assicurare la vittoria al centro-sinistra, ne siamo stati esclusi,
con le conseguenze elettorali per la coalizione che dovrebbero
indurre a un ripensamento da parte di tutti. Sempre tra i primi a
smascherare la casta, siamo stati sbeffeggiati da chi
abbiamo rispettato e aiutato. La politica italiana dimostra che la
cultura di vero sodalizio è ancora da capire, in un centro-sinistra
e in una protesta che nelle
sue divisioni favorisce da anni la destra.”
RICONOSCIMENTO
DI LIMITI ED ERRORI
“Ma la responsabilità è
comune, e il partito dovrebbe dichiararlo a voce alta. L'Italia dei
Valori ha pagato un prezzo molto alto per i suoi sbagli anche nel non
riuscire a essere diversa nel rispetto degli alleati. In alcune
occasioni, con il suo insostituibile lavoro di denuncia e di
proposta, ha compiuto un passo più lungo di quanto la sua
credibilità e la sua integrità permettessero.”
COLLOCAZIONE E CULTURA
POLITICA
"Un Congresso serve anche a
fare ordine rispetto a cattive abitudini. E a riaffermare che
l'identità dell'Italia dei Valori è di pensiero e azione, è di un
partito di centrosinistra, laico e federalista, attaccato al rispetto
della legalità come passo
indispensabile per
ricostituire un Paese dove le regole sono a volte violate dallo
stesso Stato.
Un partito a vocazione di
governo, come dimostrano non solo la partecipazione a molte giunte e
al secondo governo Prodi, ma soprattutto la volontà di contribuire
alla soluzione dei problemi italiani. Il grande dono che ci è
concesso, crescendo, è quello di non perdere le altre età che
abbiamo vissuto, ma anche di saperne trarre le dovute lezioni. La
grande responsabilità che ne deriva è di saper affrontare il futuro
con la consapevolezza di cosa
è cambiato e di cosa ci aspetta".
IL
MOTTO
"Fai
quel che devi, e accada ciò che può"