martedì 16 agosto 2011

Perchè non si riflette sugli aspetti etici della diseguaglianza...

La cronaca politica degli ultimi giorni ci parla di una manovra finanziaria che più iniqua non si può.
I miei studi estivi mi hanno fatto imbattere in una lettura che mi ha colpito. Descrive perfettamente il momento che viviamo. E' tratta dal libro "Giustizia. Il nostro bene comune" di Michael Sandel, professore di Filosofia politica e teoria del governo alla Harvard University:


"... se la distanza fra ricchi e poveri è troppo grande, viene compromessa la solidarietà richiesta dalla condizione di cittadino in una democrazia. Ecco come: a mano a mano che la disuguaglianza si accentua, ricchi e poveri vivono esistenze sempre più distinte; i benestanti mandano i figli nelle scuole private (o nelle scuole pubbliche dei quartieri ricchi), lasciando le scuole pubbliche del centro urbano ai figli delle famiglie che non hanno altra scelta. Una tendenza analoga produce una defezione dei privilegiati da altre pubbliche istituzioni e servizi.
Le palestre e i circoli privati si sostituiscono ai centri ricreativi e alle piscine comunali; nei quartieri residenziali più facoltosi si assumono servizi di sorveglianza privata e si fa meno affidamento sulla protezione dei corpi di polizia; il possesso di una terza o quarta automobile in famiglia rende superfluo ricorrere al trasporto pubblico. E via di questo passo. I ricchi disertano i servizi e i luoghi pubblici, lasciando che a frequentarli siano coloro che non possono permettersi nient'altro.
Da questa situazione derivano due effetti negativi, uno fiscale e l'altro civile. In primo luogo i servizi pubblici si deteriorano perchè coloro che non se ne servono più sono meno disposti a mantenerli efficienti con il ricavato delle loro tasse. In secondo luogo le istituzioni pubbliche come le scuole, i parchi, i campi giochi e i centri ricreativi non sono più luoghi dove si incontrano cittadini appartenenti a diversi ambiti della società; le istituzioni che in passato riunivano le persone e avevano la funzione di  luoghi di apprendimento non formalizzato delle virtù civili sono sempre meno e sono più difficili da trovare. Lo svuotamento dell'ambito pubblico rende difficile coltivare la solidarietà e il senso comunitario su cui si fonda la cittadinanza democratica."


Per superare le disparità certo è necessario pensare a una più giusta redistribuzione del reddito. Il testo in due passaggi parla di solidarietà e la lega al concetto di cittadinanza.
Anche io penso che la solidarietà nasca dal senso di appartenenza, da un sentirsi partecipi dello stesso viaggio.

La Scuola di Atene, affresco di Raffaello Sanzio, tributo alla filosofia greca
La politica oggi non è nient'altro che un ramo dell'economia, un revisore contabile del mercato.
In maniera trasversale si parla di rilancio dei consumi privati. Misura sacrosanta. Ma basta per  uscire da questa fase difficile?
Io penso di no. 
No, perchè la dimensione pubblica viene sempre più erosa e la conseguenza automatica è la chiusura di ognuno nel recinto dei propri interessi materiali; no, perchè non si riflette sugli aspetti etici della diseguaglianza.
Negli intensi colori del Sud d'Italia sogno una società giusta capace, oltre a ripartire risorse, di creare spazi d'incontro, in cui ci si senta parte, in cui si valorizzino le virtù civiche. Luoghi comuni, di tutti, in cui uomini e donne si realizzano compiutamente perchè appartenenti a una comunità.
A Cassano c'è tanto da fare in questo senso.
Dobbiamo pensare a una biblioteca come istituzione culturale, non semplice servizio che offre tavoli studio e prestito libri.
Bisogna creare un coinvolgente progetto per un centro di aggregazione giovanile. Far esprimere i giovani per far esprimere il futuro.
Insomma a settembre abbiamo da lavorare, per adesso buone vacanze a tutti.