domenica 16 dicembre 2012

CONSIGLIO COMUNALE DEL 15/12/2012


Al centro del Consiglio di sabato mattina la privatizzazione della farmacia comunale, le difficoltà degli enti locali provocate dalla politica del rigore e la mozione leghista sul PGT. 
Parto dalla farmacia.

CESSIONE FARMACIA COMUNALE

Ho cercato più volte di spiegare, attraverso i miei interventi in Consiglio comunale e attraverso questo blog, l'incredibile distanza esistente tra quanto dice l'art. 5 della nostra Costituzione e l'attuale realtà degli enti locali.
Ho cercato più volte di spiegare, come la propaganda del federalismo e dell'autonomia non sia stata nient'altro che una favola, come lo Stato in Italia non sia mai stato così centralista.
Ebbene, questa situazione ha portato moltissime amministrazioni in tutta Italia ad assumere decisioni obbligate e ciò è accaduto anche sabato mattina a Cassano. 
La maggioranza, Italia dei Valori compresa, ha espresso voto favorevole per la vendita della farmacia comunale.
Il Comune di Cassano d'Adda deve far fronte a 14 milioni di residui passivi (per intenderci: pagamenti da effettuare) e al meccanismo perverso del Patto di Stabilità.
Ho già precisato in altri occasioni che in molti casi i soldi sono già stanziati, il problema è che non possono essere spesi se non vengono generati nuovi flussi di cassa, cioè se non vengono fatte figurare delle entrate di un determinato ammontare.
Ammontare che grazie poi a certe scelte pessime della scorsa amministrazione è piuttosto rilevante.
Da qui la scelta di vendere la farmacia e quindi poter pagare, ad esempio, il mutuo per l'ampliamento della Casa di Riposo e consentire il proseguo dei lavori.
Penso che dal tono di questi pochi passaggi del ragionamento abbiate avvertito che il voto favorevole non è certo stato dato in modo entusiastico, ma fare diversamente avrebbe significato rallentare fortemente l'economia locale o alienare gli appartamenti comunali, togliendo un tetto a chi ne ha bisogno.
Rispetto a ciò considero privi di senso gli attacchi frontali dell'opposizione.
I rimproveri di non voler vendere il patrimonio immobiliare,  non solo non tengono in considerazione che il ricavato delle case verrebbe comunque reinvestito nel residenziale, per obbligo di legge (e qui torniamo al tema della mancanza totale di autonomia), ma sono del tutto scollegati dalla realtà delle cose, dalle effettive esigenze della popolazione.
Tornando al rammarico che stavo cercando di esprimere, con la privatizzazione della farmacia si è persa l'occasione di dimostrare, ancora una volta, come la forma pubblica nella gestione dei servizi possa essere altrettanto efficiente della forma privata. Dico questo perchè le farmacie comunali possono avere un'importante funzione nel mercato della distribuzione dei farmaci: vanno a spezzare il monopolio dei privati, possono offrire servizi aggiuntivi e farmaci da banco a un prezzo favorevole, possono consentire opportunità occupazionali e naturalmente una buona gestione può anche creare benefici per il bilancio da reinvestire in altri servizi.
È per questa idea che nel mio intervento ho preso le distanze da una parte delle motivazioni della delibera che parlavano di un “esaurimento della funzione sociale” delle farmacie comunali.
Ma questa è appunto soltanto l'idea. 
Il pregio della Giunta Maviglia è quello di aver messo il pensiero con i piedi per terra, di parlare con verità, prendere decisioni anche “impopolari” e continuare con coerenza sulla linea del mantenimento di tutti i servizi, anche rinunciando a dare ad essi  l'impostazione più aderente alla propria idea. 
A mio giudizio essere consapevoli del terreno su cui oggi si svolge l'amministrazione della cosa pubblica e agire di conseguenza è molto più politico che non farlo.



A questo punto una considerazione politica diventa inevitabile: l'austerità deve finire. 
Non è più accettabile il taglio indiscriminato della spesa pubblica e la conseguente trasformazione degli enti locali in riscossori di tasse (vedi reintroduzione dell'Imu), in esecutori di scelte che devono essere prese all'interno di una determinata misura dettata dall'alto o peggio in esecutori di decisioni imposte.
Credo che sia possibile aprire una nuova fase politica, in cui abbiano un senso sacrifici e decisioni forzate, in cui le scelte vengano prese per realizzare delle idee e non per riparare a guai passati.
Per una volta penso che lo scenario politico sia anche abbastanza chiaro: ci sono quelli che voglio l'agenda Monti e quelli che l'agenda Monti la vogliono modificare o ribaltarla del tutto.
Mi permetto di dare un suggerimento, questa la strada da percorrere: “sempre dritto, dritto........................................... 
...........................................................................a sinistra!!!!”
Posto questo video per rinfrescare la memoria e perchè credo che il vento del cambiamento debba continuare a soffiare.


MOZIONE LEGHISTA SUL PGT

Siamo all'ennesima iniziativa strumentale della Lega, stavolta direi anche offensiva, perchè fa allusioni che andrebbero fatte quantomeno sulla base di qualche fatto. 
Ma niente, come al solito demagogia e tentativo di creare confusione. Tentativo di infangare, trascinare in una melma che non ti appartiene.
Con la mozione pubblicata di seguito i leghisti hanno chiesto alla giunta di non far rientrare nel Pgt le aree sottoposte alle indagini della magistratura sulla Tangentopoli cassanese.
Nel mio intervento ho ricordato che la politica ha il dovere di risolvere i problemi, nel momento in cui usa la magistratura, o peggio, il suo operato viene posto sotto indagine, significa che non ha svolto il suo ruolo, ha fatto altro e vuole fare altro.
La politica deve risolvere i problemi e assumersi la responsabilità delle scelte assunte.
Ecco, in questo senso, coloro che hanno fatto parte della maggioranza Sala, quando inizieranno ad assumersi la responsabilità politica invece di cercare di scaricarla?
Queste iniziative sono la dimostrazione che non si è ancora capito come un certo modello di cultura politica abbia procurato un danno molto pesante al sistema paese.
Penso che gli Italiani lo abbiano capito, sarebbe il caso che iniziassero anche i suoi rappresentanti più accaniti.

giovedì 13 dicembre 2012

Deberlusconizzazione, da qui in poi...

Non c'è dubbio, qualcosa sta cambiando. Ma per non porre limiti e freni al cambiamento bisogna ben inquadrare il problema, anche perchè sembra che il problema faccia di tutto per rimanere a galla.
Stavolta non si tratta di punti di vista, ma di una svolta necessaria, inevitabile.
Propongo questo scritto di Oliviero Beha perchè credo inquadri bene la questione e i punti che ciascuno di noi deve affrontare, da qui in poi.

Ma il problema non è solo o tanto Berlusconi: è il berlusconismo come stile di vita che ci ha rovinati.