venerdì 2 agosto 2013

PER UNA NUOVA COSCIENZA SOCIALE

L'OTTAVO VIZIO CAPITALE: L'INDIFFERENZA

Questo capitolo della rubrica nasce dall'esigenza di ricordare una persona: don Andrea Gallo.
Ormai sono passati alcuni mesi dalla sua scomparsa, è indelebile però il segno che ha lasciato.
Don Gallo è stato l'esempio di una cultura cristiana veramente aderente al Vangelo, fatto eccezionale nella nostra Italia.
La gran parte delle istituzioni ecclesiastiche nostrane, infatti, rivendicano quotidianamente le radici cattoliche della nostra storia, per poi schierarsi sempre dalla parte del potere e dell'ipocrisia.
È per questo che la testimonianza del "Gallo" assume un valore ancor più importante, il simbolo di un cambio di rotta all'interno dell'istituzione religiosa, che, a mio giudizio, va sostenuto non soltanto per cambiare la Chiesa, ma l'Italia.
Tra i tanti messaggi che don Andrea ci ha lasciato c'è ne uno particolarmente importante per il momento storico che viviamo: l'indifferenza è un male tanto grave da poter essere definito un vizio capitale.
L'ottavo vizio capitale assieme a superbia (desiderio irrefrenabile di essere superiori, fino al disprezzo di ordini, leggi, rispetto altrui), avarizia (scarsa disponibilità a spendere e a donare ciò che si possiede), lussuria (desiderio irrefrenabile del piacere sessuale fine a se stesso), invidia (tristezza per il bene altrui, percepito come male proprio), gola (meglio conosciuta come ingordigia, abbandono ed esagerazione nei piaceri della tavola, e non solo), ira (irrefrenabile desiderio di vendicare violentemente un torto subito), accidia (torpore malinconico, inerzia nel vivere e nel compiere opere di bene).
L'indifferenza non deve essere intesa soltanto come il mancato interesse per ciò che è comune, l'assenza di partecipazione, ma anche come l'incapacità di distinguere. 
Quest'ultimo è per me il significato peggiore dell'indifferenza perchè porta a fare di tutta un'erba un fascio, a non capire che l'uguaglianza degli uomini sta nella loro diversità.

Riporto due brani, il primo di Antonio Gramsci e il secondo di Erri De Luca
Affrontano e approfondiscono questi due aspetti.

ODIO GLI INDIFFERENTI

di Antonio Gramsci

Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.

L’indifferenza è il peso morto della storia. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l’intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l’assenteismo e l’indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un’eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?

Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.

Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. 
E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.

INDIFFERENZA

tratto dal libro "Alzaia" di Erri De Luca

Nel mio vocabolario personale alla parola “indifferenza” ho scritto: incapacità di distinguere le differenze.
Indifferenza non è un infischiarsene del mondo, piuttosto un disturbo della percezione per cui non si riesce a distinguere la differenza tra realtà e messinscena. Si assiste da inerti a una violenza, a una disgrazia perchè si crede di essere a una rappresentazione, gratis, in cui si è tenuti ad agire da spettatori. E non s'è mai visto uno del pubblico che salti in palcoscenico per impedire a Otello di uccidere Desdemona. Chi si crede spettatore si gode lo spettacolo.
L'indifferenza è un disturbo opposto a quello di Don Chisciotte che s'immischiava di tutti i fatti e i guai degli altri. Anche lui distingueva male la realtà, soffrendo però d'interventismo estremo. Irrompe anche in uno spettacolo di marionette, facendo una strage di pupazzi, credendoli nemici. Prende lo spettacolo per realtà e mai si contenta d'essere spettatore. In ascolto dei notiziari televisivi bisognerebbe sciacquarsi un po' gli occhi con il febbrile collirio di Don Chisciotte. Sentirsi un po' meno spettatori, un po' meno membri di una cavalleria errante e irritabile.
Uno dei verbi di Elohìm nella creazione è “dividere/distinguere”. “E distinse/divise Elohìm tra la luce e la tenebra” (1, 4), “e ci fu distinzione/divisione tra acque e acque” (1, 6) e altri ancora. La creazione procede per divisioni a due, per biforcazioni, come il sangue dal cuore. Chi non sa distinguere inceppa il lavoro della creazione che non si è esaurito nei sette giorni. L'indifferenza è un torto contro il creato, non contro la società.

P.S. Ciao don Andrea, la tua testimonianza è nella nostra memoria e nelle nostre azioni future. Faremo come tu ci hai insegnato: così in terra come in cielo!


CONSIGLIO COMUNALE 30/7/2013

Martedì sera il Consiglio comunale ha votato il POFIT (Piano dell'offerta formativa integrata territoriale) e la contrarietà alla richiesta di ampliamento della cava di prestito.
Parto dalla cava.

RICHIESTA DI AMPLIAMENTO DELLA CAVA DI PRESTITO IN ZONA CASCINA CESARINA

Il 14 giugno è stata presentata a Regione Lombardia, e per conoscenza anche al Comune di Cassano d'Adda, la richiesta di ampliamento della cava di prestito in zona Casina Cesarina per 480.000 metri cubi.
I rappresentanti della Bre.Be.Mi. hanno spiegato al Sindaco che l'esigenza della nuova cava è nata dalla mancanza di materiali per alcuni lavori complementari alla Bre.Be.Mi, in particolare la riqualificazione della Rivoltana.
Il materiale inerte doveva essere fornito da una ditta appaltatrice.
Questa è risultata inadempiente e il consorzio B.B.M. ha rescisso il contratto con essa individuando in una nuova cava di prestito la modalità per ovviare al problema.
Di qui la richiesta alla Regione.
Quest'ultima è chiamata a stabilire se questo ampliamento sia o meno da assoggettare alla valutazione di impatto ambientale.
A giudizio del nostro gruppo e della maggioranza il quantitativo dei 480.000 metri cubi non può considerarsi casuale.
Il limite fissato dalla normativa per l'obbligatorietà della valutazione è infatti di 500.000 mc.
Anche se formalmente è stata presentata come una nuova cava è evidente che si tratta di un ampliamento di quella precedenta, la quale fu sottoposta alla valutazione.
Oltre a ciò sono diversi i motivi per respingere quest'ulteriore danno al territorio cassanese.
Innanzitutto, recentemente, la Provincia ha autorizzato nuove cave (non di prestito).
Oggi il materiale inerte quindi è presente sul mercato, addirittura per ben 4.000.000 di metri cubi e va quindi scartato il rischio che l'opera non venga terminata.
Per quanto riguarda i costi, è evidente che 480.000 metri cubi di materiali, in confronto all'investimento effettuato per l'autostrada e per le opere complementari, sono un'inezia.
Da questi due primi motivi è facile capire come manchino i due requisiti fondamentali richiesti dalla legge regionale sulle cave al di fuori della pianificazione delle istituzioni preposte.
Va aggiunto che le aree dove vuole effettuarsi l'escavazione sono considerate dalla Provincia di Milano agricolo strategiche e la richiesta del Consorzio B.B.M risulta essere anche in contrasto con la scelta del Comune di Cassano che ha deciso l'ampliamento dei confini del Parco Adda Nord, ricomprendendovi proprio quelle aree.
Infine, trattandosi di opere complementari, viene meno anche la vicinanza dal punto di estrazione.
Per questi motivi, con la delibera votata, e che naturalmente pubblico di seguito, il consiglio, all'unanimità, ha espresso la sua contrarietà all'ampliamento, chiedendo che lo stesso venga fatto dalla Provincia, e ha rishiesto alla Regione Lombardia di non autorizzare l'ampliamento richiesto dal Consorzio B.B.M.
Le ragioni prima elencate sono state esposte dal Sindaco Roberto Maviglia e dall'Assessore Andrea Gaiardelli anche nella seduta della Commissione Ambiente della Provincia, la cui convocazione è stata espressamente richiesta dalla Giunta.
Da questa seduta si è avuto un primo segnale positivo. 
Sindaco e Assessore hanno ricevuto l'adesione unanime, rispetto alle argomentazioni proposte, delle istituzioni presenti.
Se ad ogni modo la Regione dovesse ritenere non necessaria la valutazione di impatto ambientale si passerebbe direttamente alla fase autorizzativa.
Qualunque sarà l'atteggiamento della Regione, sono ormai diversi giorni che la Giunta sta percorrendo ogni strada per evitare l'ampliamento.
Il nostro gruppo appoggia naturalmente quest'azione e si opporrà in tutte le sedi idonee a questa scelta.
Approfitto in conclusione per dare un aggiornamento circa lo stato dei lavori nella cava attuale.
Sono stati cavati 1.600.000 metri cubi (2.489.653 mc il limite).
Tra settembre e ottobre dovrebbero finire le attività di escavazione ed entro la primavera si realizzerà la riqualificazione ambientale della zona.


POFIT

Due sono le scelte della maggioranza che caratterizzano il POFIT di quest'anno:
- un'ottimizzazione della spesa senza minimamente intaccare i servizi offerti alle scuole;
- la richiesta alle scuole paritarie  di rendere trasparenti le modalità di utilizzo e le destinazioni del contributo comunale attraverso apposito prospetto fornito dall'Amministrazione.
Per quanto riguarda questa seconda scelta, mi sono incaricato personalmente di portare in maggioranza la questione.
A mio giudizio la relazione fornita all'Ufficio Cultura dalle scuole "Mons. Timoteo Telò" e "Sant'Antonio" non può essere paragonata al dettaglio dei dati forniti dalla scuola pubblica.
La delibera richiede che il prospetto venga presentato entro il 30 settembre per quest'anno ed entro il termine di approvazione del Pofit per i successivi.
Appena verranno presentati provvederò a pubblicarli.
Con questa scelta si è anche osservata la normativa introdotta dalla legge cd. "anticorruzione", che richiede la massima trasparenza nel caso di contributi pubblici.
Riporto il mio intervento in assemblea.
Con esso ho espresso anche una riflessione circa la conformità della realtà del sistema scolastico rispetto all'art. 33 della Costituzione.
Mi auguro che tutte le istituzioni cassanesi la prendano in considerazione nel prossimo futuro.

"Grazie Presidente,

la scelta del Comune di Cassano di contribuire al sostegno e all'arricchimento dell'offerta formativa delle scuole mi rende molto orgoglioso.
Tra l'altro questa è una scelta che si ripete da molti anni e credo sia corretto darle maggiore rilevanza affinchè i cittadini ne abbiano chiara conoscenza.
Dicevo orgoglioso perchè penso che l'investimento nella scuola e nella cultura sia il migliore per realizzare gli obiettivi della crescita di una comunità e della sua tenuta e coesione.
Da un punto di vista materiale certo, i risultati di questo tipo di investimenti non sono evidenti, ma il beneficio sociale è a mio giudizio massimo.
Per quanto riguarda le scelte di quest'anno sono due quelle da sottolineare.
La razionalizzazione della spesa effettuata anche in questo settore e la richiesta alle scuole paritarie di un prospetto che renda trasparente le modalità di utilizzo e la destinazione del contributo comunale.
140.000 euro recuperati attraverso l'opera di ottimizzazione sono un risultato veramente consistente, soprattutto se si tiene in considerazione il fatto che i servizi essenziali, non sono stati minimamente intaccati.
Relativamente alla seconda scelta, credo che finalmente si vada a realizzare una parità di trattamento effettiva tra la scuola pubblica e la paritaria.
Il dettaglio dei dati forniti dalla prima non può certamente essere paragonato in alcun modo alle relazioni che le due scuole private forniscono all'amministrazione.
Voglio concludere con una riflessione. Credo che tutti i membri del Consiglio siano al corrente del referendum che si è svolto a Bologna circa il contributo comunale alle scuole.
Attraverso il voto i cittadini hanno chiesto all'amministrazione di finanziare esclusivamente la scuola pubblica.
É di pochi giorni fa la notizia che il Consiglio comunale di Bologna è rimasto comunque fedele alla scelta di sempre, cioè quella di finanziare anche le scuole private.
Credo che quest'assemblea si troverebbe a fare la stessa scelta e ciò perchè il sistema scolastico a Cassano, come in molti altri luoghi d'Italia, è stato strutturato in modo tale che l'iniziativa privata completa quella pubblica.
Ripeto la mia è una riflessione, non voglio minimamente criticare l'operato delle scuole paritarie, anzi credo che svolgano un ottimo servizio, un servizio di qualità. 
Sono molto pragmatico e dato che la scuola pubblica non riesce a far fronte a tutte le richieste il contributo deve considerarsi giusto.
Rimane il fatto che i nostri padri costituenti nella Carta fondamentale hanno usato, ai commi 3 e 4 dell'art. 33, queste parole: 
“Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato” (comma 3)
“La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali” (comma 4)
A mio parere siamo completamente fuori dal binario delineato dai costituenti e credo che ogni amministratore debba per il futuro riflettere su ciò."