giovedì 8 ottobre 2015

TROFEO ANDREA BONOMI, V EDIZIONE

Tra le tante opportunità che ci offre l'arrivo in città della diciassettesima tappa del Giro d'Italia c'è quella di raccontare la nostra tradizione sportiva, una tradizione fatta di campioni enormi, che hanno emozionato Cassano e l'Italia intera. Tra questi spicca, senz'altro, la figura di Andrea Bonomi, capitano del Milan dello scudetto 1951, squadra passata alla storia per il trio svedese Gre-No-Li (Gren, Nordahl, Liedholm). 
Bonomi era un giocatore d'altri tempi, ma soprattutto un uomo d'altri tempi. 
La fascia di capitano del Milan non la può certo indossare chiunque, ma chi ha personalità da vendere. L'autorità di Bonomi negli spogliatoi e nei confronti dei suoi tifosi, però, non discendeva da un carisma estetico, ma da profondi valori umani, valori che gli consentivano di sorreggere l'intera squadra nonostante le sue carenze tecniche. Non è un caso che i suoi familiari lo ricordano come una persona capace di convincerti con uno sguardo, una persona profondamente leale.

Da cinque anni al centro sportivo si svolge un torneo in memoria di Bonomi, amico d'infanzia di un altro grande capitano cassanese, Valentino Mazzola. È proprio la società che oggi a Cassano porta il nome del capitano del Grande Toro (a cui va il mio grazie) ad organizzare questo torneo, quest'anno arrivato alla V edizione. 

È bello pensare che sia il destino a volere che i nomi di questi due grandi calciatori debbano camminare sempre insieme. C'è un episodio particolare che mi piace ricordare e condividere. All'età di sei anni Bonomi stava infatti per annegare nell'Adda e venne messo in salvo da un ragazzo di dieci anni; quel ragazzo era Valentino Mazzola. 

Per l'edizione di quest'anno ho avuto l'onore di presenziare alla premiazione dei "Pulcini professionisti" e mi è sembrato doveroso dire ai ragazzi che, oltre ai campioni di oggi, è davvero importante che guardino al passato, a uomini che sono rimasti nella storia del calcio per grandi meriti, non solo sportivi. 

Di seguito l'articolo pubblicato sul "Il Giorno" che riporta le mie parole.