giovedì 1 marzo 2012

CONSIGLIO COMUNALE DEL 29/2/2012 (I atto)

Il Consiglio Comunale di ieri sera è stato sospeso per problemi di illuminazione dell'aula consiliare.
La seduta, per la discussione dei punti dell'ordine del giorno rimanenti, è stata rinviata a mercoledì prossimo.

Unico punto affrontato è stato quello relativo al Piano di Governo del Territorio e al recupero delle aree dismesse. Il punto più importante insomma, rispetto al quale ogni consigliere è intervenuto per alimentare la discussione.
Questo il mio intervento contenente la posizione in merito dell'Italia dei Valori:

"Grazie Presidente,
la nostra forza politica vuole innanzitutto esprimere la soddisfazione per le modalità attraverso le quali la Giunta sta perseguendo l'obiettivo del CONSUMO ZERO DEL TERRITORIO. Anche laddove c'è l'idea di una pur minima espansione, ciò avviene secondo una logica di sostenibilità, inserita in un pensiero progettuale complessivo, e non, parlando in modo molto brutale, per gli interessi di pochi.
Rispetto al PGT ci sentiamo di fare due osservazioni.
La prima è relativa alle attività produttive.
Il PGT deve pensare a come valorizzare la zona industriale di Cassano e dunque il lavoro. Governare e pianificare lo sviluppo del territorio significa per noi preoccuparsi anche di come possono essere prodotte occupazione e ricchezza.
Pensiamo sia sbagliato pensare che la tematica dell'impiego appartenga ad altri livelli democratici.
L'altra osservazione riguarda quanto detto dall'Assessore Caglio sull'espansione edilizia a Cascine San Pietro.
Stiamo parlando di una frazione gravemente colpita negli ultimi anni. Crediamo non si tratti più semplicemente di sentire il parere della popolazione o di dare l'idea del dialogo, ma che sia indispensabile ascoltare. Qualsiasi intervento dovrà svolgersi con il consenso e secondo le direttive dei residenti.
Per quanto riguarda un discorso più generale invece sulle frazioni, il PGT deve assolutamente ragionare sui servizi di cui necessitano i loro abitanti.
Passando invece all'argomento Linificio, la nostra idea è che l'area vada recuperata adesso.
Naturalmente la premessa fondamentale è la previa verifica dell'assenza di rischi idrogeologici.
Ci sentiamo di condivere inoltre due riflessioni politiche con la cittadinanza e il Consiglio.
Innanzitutto, seppur consapevoli della logica imprenditoriale che sottende a investimenti come quelli sul Linificio, il nostro compito è quello di preservare l'interesse della comunità e la storia del territorio che sono il nostro substrato culturale.
Ci chiediamo allora perchè un'area di tale valore sia abbandonata al degrado più assoluto.
E' indispensabile per noi bilanciare questi interessi apparentemente antitetici, ma che in realtà possono coesistere.
Lo abbiamo già detto in passato, la collettività deve essere coinvolta e riuscire ad esprimersi. Noi crediamo che il referendum sia lo strumento ipotizzabile e non abbiamo preclusioni per qualsiasi altra forma che consenta la partecipazione effettiva.
La seconda riflessione riguarda la logica di sistema nella quale ci si trova ad operare.
Il Comune rispetto a questo intervento ha semplicemente un potere autorizzativo, attraverso il quale dettare i limiti di intervento del privato.
Il Comune non può percorre alcun altra strada, deve necessariamente raggiungere un compromesso con la proprietà.
Ciò in virtù del fatto che il bilancio del Comune vale molto meno dell'intera area Linificio. Qualsiasi ipotesi di acquisto, esproprio, investimento pubblico non è infatti praticabile.
Questo significa a nostro giudizio che il potere contrattuale della collettività è inferiore rispetto a quello del privato, significa che un singolo o poche persone determinano le sorti della comunità.
Significa, in conclusione, che il valore commerciale e la logica aziendale prevalgono sul valore intrinseco delle cose.
Rispetto a questo ci poniamo una domanda alla quale va assolutamente cercata una risposta.
E' questo il ruolo della politica? E' questo il ruolo di chi rappresenta la cittadinanza?"