venerdì 17 maggio 2013

RILANCIO IDV. MOZIONE CONGRESSUALE "LE ALI DEL GABBIANO". NICCOLO' RINALDI CANDIDATO ALLA SEGRETERIA DEL PARTITO.

L'Italia dei Valori è pronta al rilancio.
A giugno, precisamente nelle giornate del 28, 29 e 30, si terrà il Congresso Nazionale.
Due i cambiamenti certi: un simbolo rinnovato, che non porterà più il nome di Antonio Di Pietro, e un nuovo segretario, scelto democraticamente dalla base.
Credo che per rialzarsi veramente non bastino iniziative di facciata. L'Italia dei Valori è una forza politica che ha lottato veramente per cambiare una politica chiusa e corrotta.
Non si possono però negare limiti, incoerenze ed errori.
Perchè un partito possa definirsi realmente uno strumento di democrazia, servono condivisione, organizzazione e una dialettica che si muova sempre dal basso verso l'alto.
Dalla base agli organi dirigenti, dalla società alle istituzioni.
Ho deciso per questo di sostenere la mozione congressuale “Le ali del gabbiano” di Niccolò Rinaldi, eurodeputato per Idv e vicepresidente dell'Alde (gruppo parlamentare europeo dell'Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l'Europa).


Il documento contiene l'idea di un partito che si struttura, ma in modo diverso da quelli tradizionali. Si punta a un partito “leggero” e legato al mondo delle conoscenze. Viene proposto un emendamento alla statuto per introdurre una consulta della cultura composta da personalità esterne o iscritte, che rinnovi il rapporto attualmente contorto tra politica e mondo della cultura e che aiuti il partito nell'analisi dei processi sociali e culturali e nell'elaborazione di politiche adeguate"
Emergono un'idea di Paese e le proposte concrete per realizzarla, in pieno spirito Italia dei Valori, per far tornare l'Italia ad essere protagonista in Europa e nella modernità.
Anziché proseguire nel commento, pubblico alcuni passaggi cruciali della mozione, che bene rendono la ricchezza e la complessità della prospettiva che si vuole aprire.
Prima aggiungo però un mio auspicio.
Mi auguro che coloro che sostengono questa mozione lavorino anche per costruire una sinistra unita, entrando in quella discussione che vuole ricostruire un'agenda in cui tutti possano riconoscersi. Il soggetto unico della sinistra è un progetto in cui bisogna credere.
Dico questo perchè non riesco proprio ad immaginarmi l'ennesimo partitino che si parla addosso isolandosi nella marginalità.

Passaggi chiave della mozione:

CHI VOGLIAMO RAPPRESENTARE

“Quell'Italia che non ha rete, che a fine mese non sa se prenderà lo stipendio o se riuscirà a pagare gli stipendi; l'Italia di chi non ha santi in paradiso e non sa come costruire il proprio futuro ed aiutare i propri figli in cerca di lavoro; l'Italia dei precari e degli esodati, delle pensioni minime, l'Italia di chi non si rassegna, di chi vuole migliorare, di chi appartiene ancora e faticosamente alla classe media, ma vede un'intera vita di lavoro vanificata da un'ingiustizia fiscale crescente. L'Italia di chi diffida delle piazze demagogiche e di chi si sente umiliato al cospetto della schiera di auto blu davanti ai palazzi del potere. L'Italia delle donne che stentano a trovare piena voce in un Paese che ancora non ha pienamente recepito, politicamente e culturalmente, l'emancipazione femminile come la vera e duratura rivoluzione del XX secolo. L'Italia del rispetto della diversità di orientamento sessuale, sbeffeggiata nel diniego di diritti fondamentali; e l'Italia di chi lotta ogni giorno per la sua casa, per la sua famiglia, per il suo lavoro, per la sua dignità di disabile, abbandonato dalle Istituzioni che tagliano formazione e servizi sociali, ma non i costi della casta.”

L'EUROPA ORIZZONTE IRRINUNCIABILE

“... la consapevolezza che il destino del Paese è intrecciato con quello del resto d'Europa, perché l'Europa non è "altra", è anche nostra se sappiamo esserci con autorevolezza e idee. Un'Europa da sottrarre ai poteri forti ma anche alla velleità delle sovranità nazionali, e da restituire, come nella volontà dei padri fondatori, ai cittadini e ai valori della solidarietà e della visione di una vera Federazione di popoli, attraverso l'elezione diretta del Presidente della Commissione, la federalizzazione del debito che compensi l'obbligo del pareggio di bilancio, la creazione di una vera politica estera e di difesa comune che sappia affermare i valori fondanti della nostra convivenza e della pace in un mondo dominato altrimenti da blocchi continentali e logiche diverse."

LOTTA AI DIFETTI NOSTRANI

“... occorre saper distinguere tra quanto dobbiamo chiedere all'Europa e quello che invece spetta interamente a noi, a quei compiti per casa su cui abbiamo troppo a lungo indugiato. Al cospetto del colossale debito pubblico contratto da un Paese che ha preferito a lungo far vivere una parte del suo sistema al di sopra delle proprie possibilità, l'Italia deve inquadrare con attenzione le emergenze su cui impegnarsi.

  • L'emergenza della lotta contro la corruzione, il cui costo è stimato dalla Corte dei Conti in almeno 60 miliardi annui, lotta che deve riprendere le proposte che IdV ha fatto inascoltata a suo tempo.
  • L'emergenza della lotta alla criminalità organizzata, che continua a prosperare grazie a complicità inammissibili in uno stato di diritto.
  • L'emergenza dell’efficienza della Pubblica Amministrazione.
  • L'emergenza della lotta contro l'evasione fiscale, stimata a oltre 150 miliardi l'anno, da affrontare tanto con misure di emergenza che prevedano anche la confisca delle grandi ricchezze, dei grandi beni immobiliari sottratti al fisco e una lotta senza quartiere contro i paradisi fiscali, quanto con un nuovo patto fiscale con il cittadino e l'impresa, basato su equità e semplicità amministrativa. Un patto che premi i comportamenti virtuosi - chi investe, chi non inquina, chi assume,... - e sia più severo con consumi e comportamenti che rappresentano un costo per la società. Un patto che può funzionare però solo se le risorse chieste ai cittadini non vengano gestite male o peggio.
  • L'emergenza della lotta contro i privilegi della politica e del suo vasto apparato, che hanno da tempo raggiunto livelli che danno la misura dell'ingiustizia sociale e dello sperpero di risorse pubbliche.
  • L'emergenza del mancato o del cattivo uso dei fondi europei, vera sottrazione alla società di miliardi di euro ma anche di buone pratiche e politiche innovative.
  • L'emergenza delle spese che costitusicono dei lussi oggi inaccettabili se non addirittura inutili: dai due milioni al giorno per la missione in Afghanistan, ad alcune commesse militari, dai cantieri per infrastrutture superflue a una spesa corrente del tutto improduttiva in alcuni settori.
  • L'emergenza per un'informazione libera da interessi di vari potentati e quindi una regolamentazione sul conflitto di interessi. Chi è proprietario di testate di informazioni non può essere anche a capo di industrie e/o banche e va stabilito un tetto al numero di concentrazione di proprietà dei media.

    Mettendo mano a questo uso dissennato di denaro pubblico e a queste costose piaghe sociali, i margini di recupero del Paese possono diventare notevoli. 
    E noi vogliamo vedere in Italia la trasparenza della destinazione dei risparmi effettuati, vincolare tagli specifici a investimenti specifici."

DIFESA DELLO STATO SOCIALE

“Nel frattempo, da subito, occorre salvare - letteralmente "salvare" - l'Italia creando almeno quattro aree protette dai tagli e anzi da valorizzare con investimenti adeguati.
I. Rilanciare una filiera della conoscenza - scuola, università, scienza, ricerca, tecnologia, formazione professionale per ogni età, arte e cultura - volano indispensabile tanto per garantire la coesione sociale del Paese quanto per tenerlo al passo con i tempi e offrire all'intellighènzia italiana un diritto di cittadinanza nel suoPaese.
II. Predisporre un porto franco di servizi sociali essenziali e inalienabili - sistema pensionistico, cure sanitarie, assistenza dedicata ai diversamente abili, edilizia sociale, diritto allo studio, ecc. - che coincidono con la dignità che lo Stato deve
rispettare in ogni cittadino e con i valori di solidarietà della nostra Repubblica.
III. Investire nella protezione dell'ambiente e nella salvaguardia del paesaggio e del territorio, al fine di mettere in sicurezza e valorizzare il patrimonio naturale del Paese, ed evitare costi ben maggiori negli interventi a posteriori e nei mancati introiti dovuti alla depauperizzazione del territorio, compreso quello urbano.
Paesaggio e cultura sono due patrimoni su cui possiamo creare enormi occasioni di sviluppo economico, e tanta occupazione.
IV. Dinanzi all'attuale inadeguatezza del sistema bancario rispetto alle esigenze vitali di gran parte della nostra società, mettere in atto delle forme di microcredito diffuse sul territorio, di sostegno finanziario alla micro e alla piccola impresa, di prestiti sull'onore per lavoratori, studenti e famiglie, in modo da stimolare l'iniziativa e lottare contro la diffusione delle nuove povertà.”

LA POLITICA COME DIALOGO E SOSTEGNO RECIPROCO

“Questo e altro serve alla povera Italia. Non sappiamo chi saranno i nostri compagni di strada, ma le ombre del pessimismo e del fatalismo, la cultura della lamentela, non ci appartengono.
Certo, per contrastare il declino, non si può essere soli.
Spesso indispensabili per assicurare la vittoria al centro-sinistra, ne siamo stati esclusi, con le conseguenze elettorali per la coalizione che dovrebbero indurre a un ripensamento da parte di tutti. Sempre tra i primi a smascherare la casta, siamo stati sbeffeggiati da chi abbiamo rispettato e aiutato. La politica italiana dimostra che la cultura di vero sodalizio è ancora da capire, in un centro-sinistra e in una protesta che nelle sue divisioni favorisce da anni la destra.”

RICONOSCIMENTO DI LIMITI ED ERRORI

“Ma la responsabilità è comune, e il partito dovrebbe dichiararlo a voce alta. L'Italia dei Valori ha pagato un prezzo molto alto per i suoi sbagli anche nel non riuscire a essere diversa nel rispetto degli alleati. In alcune occasioni, con il suo insostituibile lavoro di denuncia e di proposta, ha compiuto un passo più lungo di quanto la sua credibilità e la sua integrità permettessero.”

COLLOCAZIONE E CULTURA POLITICA

"Un Congresso serve anche a fare ordine rispetto a cattive abitudini. E a riaffermare che l'identità dell'Italia dei Valori è di pensiero e azione, è di un partito di centrosinistra, laico e federalista, attaccato al rispetto della legalità come passo
indispensabile per ricostituire un Paese dove le regole sono a volte violate dallo stesso Stato.
Un partito a vocazione di governo, come dimostrano non solo la partecipazione a molte giunte e al secondo governo Prodi, ma soprattutto la volontà di contribuire alla soluzione dei problemi italiani. Il grande dono che ci è concesso, crescendo, è quello di non perdere le altre età che abbiamo vissuto, ma anche di saperne trarre le dovute lezioni. La grande responsabilità che ne deriva è di saper affrontare il futuro con la consapevolezza di cosa è cambiato e di cosa ci aspetta".

IL MOTTO

"Fai quel che devi, e accada ciò che può"